COME RAFFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO

PREMESSA 

L’A.c.n.i.n. a volte esprime opinioni diverse da quelle che si sentono in TV o su Internet perché si occupa solo di Natura e di Cultura. Non ha interessi da difende- re, né economici né di prestigio. Quando l’Ordine dei Medici decide di espellere i medici che esprimono dubbi sui vaccini, non sta facendo Scienza ma Propaganda: intende propagare una certa opinione. Non si può negare che in TV vadano quelli che dicono ciò che fa comodo a chi li invita. 

La Medicina Naturale è alla portata di tutti e non servono esperti per difendere la Verità: ciascuno giudica in base al suo buon senso. 

Noi vedremo
a) cosa è un virus e come si comporta;
b) come si comporta il sistema immunitario;
c) come è diverso questo Covi2 dagli altri coronavirus e d) come comportarci in caso di epidemia virale. 

L’organismo umano è dotato di un sofisticato sistema immunitario che ha il compito di uccidere i batteri nocivi e di disattivare i virus che entrano. È formato da linfociti prodotti dal timo e dalla milza, che scorrono nel sangue, e da altri prodotti dal midollo spinale, che scorrono nei vasi linfatici. Poi ci sono altre molecole, dette anticorpi e macrofagi, che subentrano in un secondo momento. 

BATTERI E VIRUS 

I batteri sono microorganismi, visibili al microscopio, che nascono da una madre,
si nutrono, si riproducono e muoiono. Esistono batteri che vivono in simbiosi con l’uomo, come quelli del Bioma intestinale. Prima veniva detta Flora Batterica, ma dato che il termine Flora si riferisce ai vegetali, come i micro funghi, mentre la mag- gior parte dei batteri sono Fauna, si è passati al termine generico Bioma (massa vivente). I batteri possono essere Probiotici, ossia utili all’organismo, oppure Anti- biotici, ossia dannosi. Quelli dannosi posso esserlo fin dall’inizio, oppure diventare dannosi se cambiano le condizioni di temperatura e di acidità dell’organo in cui sono ospitati, per lo più intestino, vie respiratorie, fegato, reni, pelle. La Candida è un esempio di batteri che diventano dannosi per alterazione dell’ambiente intesti- nale. 

I virus non sono organismi viventi e non nascono da una madre, non si nutrono, non si riproducono e non possono morire. Sono “rottami” di cellule viventi e sono formati, in genere, da un’elica di RNA o DNA ed una capsula (detta Capside) che
lo contiene. La capsula è fatta di lipoproteine, ossia proteine grasse. Alcuni virus hanno una seconda capsula esterna alla prima (detta Pericapside) fatta anch’essa di lipoproteine e polisaccaridi (zuccheri), che solitamente vengono prelevati dalla cel- lula ospite prima della rottura della cellula stessa. Alcuni virus (come quelli dell’in- fluenza) hanno delle appendici di glicoproteine (proteine dolci) che sono come il verme messo sull’amo per far abboccare i pesci. 

Mentre i batteri sono aggressivi, come i Galli di Brenno che attaccarono Roma, i virus sono come il cavallo di Troia: si mettono davanti alla cellula ed aspettano che questa li faccia entrare. Le lipoproteine della capsula spingono la cellula a far entrare il virus. E nel cavallo di troia non ci sono guerrieri che assaltano la città: ci sono delle bombe a mano che esplodono solo se gli abitanti di Troia tolgono la sicura. Per cui, mentre i batteri uccidono, i virus “suicidano”.

Un virus misura 30 nanometri (milionesimi di millimetro) ed è invisibile al microscopio. Quelli più grossi (come i Coronavirus dell’influenza) possono arrivare a 300 nm ed essere quindi visibili.

I virus possono restare attivi, depositati su una superficie, per un tempo che varia da 2 ore (superficie morbida, temperatura oltre 27 °C e umidità sotto 50%) a 9 giorni (superficie dura, umidità oltre 50% e temperatura sotto i 27°C). Per fare un esempio, nella pianura padana, in primavera, un virus può restare sugli abiti per 7-8 ore e sul cellulare o il volante dell’auto per 5-9 giorni, se non viene rimosso adegua- tamente.

IL SISTEMA IMMUNITARIO

Come si comporta il sistema immunitario? I linfociti si avvicinano al virus mentre sta nelle prime vie aeree (naso) e demoliscono le proteine dolci che stanno all’esterno; è come che togliessero il verme dall’amo o il formaggio dalla trappola per topi. C’è una grande differenza fra i linfociti e i farmaci, come gli antibiotici o gli antivirali. I linfociti sono cellule viventi e possiamo dire che “scelgono” chi attaccare. I farmaci non sono viventi e attaccano tutti. Per fare un esempio bellico, se in una città ci sono mille terroristi, i linfociti sono soldati addestrati per sparare ai terroristi ma non ai civili; i farmaci sono aerei che bombardano la città e ammazzano tutti.

Una volta disattivato, il virus resta all’interno dell’organismo e può essere rilevato, anche se non è più infettivo e pericoloso. Il contagio è pericoloso finché il virus è attivo, ossia integro.

La maggiore difesa conto il contagio è il sistema immunitario delle persone, che disattivano i virus che entrano. Se i linfociti non riescono a disattivare il virus, esso penetra nei polmoni; viene allora attaccato dagli anticorpi e dai macrofagi, che, se il corpo è sano, eliminano il virus nel giro di alcuni giorni. Gli anticorpi creati per quel virus restano nel sangue per circa 20 giorni.

IL SARS COVI 2

Il virus chiamato SARS-covi2 è un virus che ha una capsula più grossa ed è quindi più resistente al calore degli altri, per cui non si ferma nelle vie aeree superiori,
che sono più fresche, ma facilmente penetra quindi fino ai polmoni, senza venire inattivato. Nei polmoni il virus crea difficoltà nell’ossigenazione del sangue: questa infezione è stata chiamata Covid-19. La mortalità può essere da 30 a 80 volte più alta dei normali virus dell’influenza. Il timore delle autorità sanitarie è stato quindi che se si ammalavano 8 milioni di persone (come avviene ogni anno in Italia per
la normale influenza) non moriranno solo 8 mila (come avviene ogni anno per l’influenza) ma da 240 a 640 mila. In Italia non ci sono strutture mediche in grado di curare tutti questi malati.

È stato per ridurre questo supposto pericolo che si sono adottate misure drastiche per contenere il contagio. Ma questa paura si basava solo su un calcolo statistico: non è detto che in Italia ci siano così tante persone a rischio di morte; in Cina i contagiati sono stati solo circa 81.000 con 3.200 morti, pari al 4%.

In Italia i morti sono stati l’8% dei contagiati: il 18% in Lombardia. Come mai così tanti? Possiamo fare una considerazione: in Cina si assumono 7 dosi di antibiotici al giorno per 1.000 abitanti; in Italia se ne assumono 29. In Cina vengono vaccinati il 7% degli +65; in Italia sono il 66% (calato recentemente al 53%). È noto che gli antibiotici indeboliscono il sistema immunitario.

È noto anche che i vaccini contengono, oltre a virus indeboliti, anche sostanze come alluminio, mercurio, formaldeide e proteine dei polli. Se queste sostanze entrano nell’intestino, vengono ridotte, in parte utilizzate e in parte espulse; ma se vengono iniettate nel sangue, causano uno stress per il sistema immunitario, che le considera corpi estranei, che è debilitante.

Pensare che la maggiore mortalità in Italia sia dovuta al maggiore uso di antibiotici e di vaccini da parte della popolazione è una ipotesi di lavoro che ha valore scien- tifico: sarebbe da verificare per capire se sia una teoria probabile. Sarebbe “Scienza” verificare se c’è una relazione di causa-effetto fra l’uso di antibiotici e vaccini e la morbilità dell’infezione virale.

COME DIFENDERSI

Tutte le epidemie finiscono quando le persone deboli o muoiono o guariscono.
In caso di epidemia ogni persona deve capire se rientra in una delle seguenti categorie:

(A) Alto rischio di contagio e morte;

(B) convivente con persona ad Alto Rischio;

(C) normale

Per sapere se uno è o no ad Alto Rischio deva valutare il suo stato di salute. Queste persone devono cercare di evitare il più possibile il contagio. Sono a rischio le persone che:

– Hanno un sistema immunitario debole o affaticato.

– Hanno una salute generale scadente.

– Soffrono di malattie polmonari o fumano.

– Hanno una circolazione sanguigna scadente.

– Sono in età avanzata, +80.

I virus si trasmettono per contatto e per l’aria, a seconda della forma, della dimensione e del peso. Il virus Ebola si diffondeva quasi solo per contatto, mentre i coronavirus in genere hanno una elevata percentuale di trasmissione per l’aria. Il virus Covi2 ha una elevata componente di trasmissione aerea, pur essendo di dimensioni maggiori della norma. Quando un virus si trasmette per contatto con superfici infettate è utile disinfettare quelle superfici, incluse le mani e gli abiti. L’acqua ossigenata (diluita allo 0,5%), l’ipoclorito di sodio (diluito allo 0,1%), e l’aceto puro, se applicati per almeno un minuto, distruggono la capsula esterna del virus e quindi lo inattivano. È per evitare il contagio da contatto che gli operatori sanitari indossano tute e maschere protettive. Ma bisognerebbe disinfettare tutte le superfici con cui si viene in contatto, comprese le maniglie delle porte, il volante dell’auto, la maniglia del carrello del supermercato, ecc.

Quando il virus si trasmette attraverso l’aria il contagio è molto più intenso e difficilmente controllabile proprio perché i virus galleggiano e vengono portati dal vento. Bisogna allora proteggere le vie respiratorie, ma essendo i virus piccolissimi le normali mascherine non riescono a fermarli adeguatamente; servono delle mascherine speciali. Anche le normali mascherine sono certamente utili quando una persona è infetta, perché trattiene tutti quei virus che sono inglobati in gocce d’ac- qua grossolane. Queste grosse gocce, una volta espulse dalla bocca, cadono a terra nello spazio di 1 o 2 metri, a seconda della presenza o meno di vento. La mascherina è quindi utile per evitare di infettare più che per evitare di essere infettati.

Visto che è molto difficile fermare il contagio, le persone con un sistema immunitario attivo, anziché cercare di evitare il contagio dovrebbero cercare di fermare l’avanzare della malattia una volta che il virus è penetrato nell’ organismo. Piuttosto che usare farmaci è molto più saggio affidarsi alla saggezza del nostro sistema immunitario, che sa come demolire la capsula e quindi disattivare il pericolo senza distruggere tutto.

Il virus SARS-Covi2 ha un periodo di incubazione asintomatica che va da 5 a 12 giorni; all’inizio si ferma nella gola, poi scende nei polmoni. Produce febbre alta, tosse, difficoltà a respirare e dolori muscolari. Chi ha questi sintomi dovrebbe seguire le indicazioni su come guarire. In ogni caso è bene sapere come possiamo aiutare il nostro sistema immunitario ad essere efficiente.

Cosa rinforza e cosa indebolisce il nostro sistema immunitario?

INDEBOLISCE

(a) cattiva salute generale dell’organismo;
(b) sangue carico di tossine prodotte da cattive digestioni;
(c) polmoni intossicati da tabacco, aria inquinata o putrefazioni intestinali;
(d) molta energia consumata per digerire pasti indigesti (carne, insaccati, cibi elaborati e mal combinati, dolci).
(e) temperatura corporea bassa, specialmente per le persone magre;
(f) scarsa circolazione del sangue e dei liquidi corporei;
(g) carenza di vitamina C, D e ferro;
(h) eccesso di sforzo muscolare che toglie energia all’ organismo;
(i) uso di antibiotici e vaccini;
(l) depressione, infelicità, ansia.
(m) età avanzata, oltre 80 anni, dato che il sistema immunitario si indebolisce naturalmente con gli anni.

COSA FARE IN CASO DI CONTAGIO

a) restare a letto, al caldo, magari sudando.

b) mangiare solo frutta fresca e miele.

c) assumere molta vitamina C.

d) non assumere antibiotici o fare vaccini.

e) coltivare l’allegria.

f) respirare a fondo per ossigenare bene il sangue.

g) prendere il più possibile sole sulla pelle.

Chi è ad alto rischio dovrà ricorrere a terapie intensive per aiutare l’ossigenazione del sangue.

COME EVITARE IL CONTAGIO

1) Dato che il virus non resiste al caldo, lavarsi le mani, il viso e i capelli ogni volta che si rientra in casa o si toccano oggetti che sono entrati in casa da fuori. Bisogna lavarsi con acqua ad almeno 40-45°C per almeno 1 minuto; se si usa sapone neutro il tempo può ridursi a 20 secondi.

2) La persona ad alto rischio deve stare al caldo, meglio se a letto; arrivare a sudare per il caldo non è un problema, anzi fa bene.

3) Aerare la stanza dove sta la persona che presenta sintomi solo senza la presenza della persona stessa. Chiuse le finestre, lavare con aceto o simili tutte le superfici dure esposte all’aria e cambiare le fodere dei cuscini. Il paziente dovrebbe non rientrare nella stanza per almeno un’ora.

4) Tossire premendo sulla bocca un fazzoletto di carta; poi gettarlo subito in un contenitore chiudibile.

5) Chi convive con una persona ammalata deve indossare guanti e mascherina quando si avvicina al paziente o lo tocca.

6) Per uscire di casa il convivente deve usare indumenti specifici, che una volta rientrato saranno messi in un armadio e non lasciati in giro. Meglio usare un berretto per coprire i capelli e guanti per coprire le mani. I virus si disattivano nel giro di 2-10 ore, per cui per questo tempo quegli indumenti non devono essere più toccati.

7) Chi esce di casa dovrà usare mascherine per la bocca ed occhiali isolanti per gli occhi. Questi oggetti devono essere lavati con acqua a 45°C oppure gettati in un contenitore chiudibile, al rientro in casa.

CONCLUSIONE

Alla fine l’epidemia finirà quando tutti i soggetti a rischio (che hanno il sistema immunitario debole) saranno o morti o guariti. La società ha il compito di cercare di diminuire i morti ed aumentare i guariti e questo andrebbe fatto in centri di Ricovero d’Emergenza attrezzati allo scopo, come hanno fatto i Cinesi. Non è però la società che può fermare il virus; solo il Sistema Immunitario delle singole persone ha questo potere.

Una domanda che i governanti dovrebbero porsi è: lo Stato sta rinforzando o indebolendo le difese naturali dei cittadini? Sta incentivando una alimentazione sana o intossicante? Sta spingendo verso l’uso di antibiotici e vaccini e invita ad usarli solo in casi di emergenza? Spinge l’industria alimentare ad eliminare gli antibiotici negli allevamenti o a imporli? La società produce serenità e tranquillità sociale, o istiga rabbia, ira, paura e rassegnazione? Queste sono le domande a cui i politici dovrebbero rispondere, se vogliono davvero interessarsi del Bene Comune.

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