IL MAL DI TESTA

In natura il dolore è un campanello di allarme che ci avverte quando qualcosa sta andando male nell’organismo; lo scopo dell’avvertimento è spingere la mente a modificare qualcosa del proprio comportamento in modo che la disfunzione cessi. Per fare un solo esempio: se mi fa male il dito mignolo del piede, la mente deve decidere di

(a) mettere scarpe meno strette,

(b) tagliare meglio le unghie,

(c) curare l’eventuale infiammazione, ferita, callo, ecc.

Solo se la mente avvia delle azioni che eliminano il problema il dolore cessa. 

Nel caso del mal di testa, il problema che il dolore intende evidenziare può riguardare il cervello oppure l’intestino. Esiste infatti uno stretto collegamento nervoso fra cervello e intestino, che viene detto Sistema Nervoso Enterico. Recentemente ha preso piede la moda di chiamarlo Secondo Cervello, termine che è del tutto fuorviante ed errato. Se ci sono dei problemi con la digestione o nell’intestino, il sistema enterico invia un segnale al cervello, che genera un dolore che viene localizzato nella testa. In questi casi di solito il dolore è localizzato nella nuca o nella fronte. Spesso a chi digiuna oltre un giorno viene un mal di testa di questo tipo, che cessa subito se la persona mangia qualcosa. 

Quando invece il problema è nel cervello, può manifestarsi come un dolore acuto su metà della testa (Emicrania) o un dolore più diffuso in tutta la testa (Cefalea). L’emicrania rivela una disfunzione dei nervi del cervello, mentre la cefalea rivela una alterazione della pressione dei vasi sanguigni e del liquido cerebrale. Il dolore può durare a lungo, sparire e poi tornare, oppure restare sempre in sottofondo, non molto intenso. 

Statisticamente l’Italia, rispetto ad altri Paesi, ha un elevato tasso di Emicranie (causate da stress sociale e psicologico) ed un basso tasso di Cefalee. Negli USA invece si registrano molte cefalee (causate da intossicazione alimentare) e poche emicranie rispetto all’Europa. Se si guarda l’età, la statistica mostra che i mal di testa sono concentrati nella fascia di età fra i 20 e i 55 anni, che è l’età durante la quale 

maggiore è lo stress sociale. Nelle donne il tasso è il doppio che negli uomini, il che segnala sia una componente ormonale che una psicologica. Il mal di testa è più frequente nei Pesi ricchi (che hanno in genere un eccesso di cibo e di stress) che
in quelli poveri. Da queste rilevazioni statistiche di posso dedurre alcune cause del mal di testa. 

1) Disfunzioni dei flussi ormonali.
2) Stress psicologico personale o sociale.
3) Affaticamento mentale, ossia eccessivi stimoli sensoriali. 4) Difficoltà digestive.
5) Alterazioni della pressione di vene e arterie. 

La medicina ufficiale tende a combattere il mal di testa come se fosse un nemico: a questo fine usa vari tipi di farmaci, che possono avere effetti analgesici o antinfiammatori. I farmaci analgesici rendono i nervi insensibili allo stimolo che genera
il dolore; è un po’ come mettere la mano sulla bocca di uno che strilla, affinché lo strillo sia soffocato. Lo strillo non si sente più, ma le cause che lo avevano innescato rimangono. Chi usa farmaci contro il mal di testa è condannato ad usarli continuamente. 

I farmaci antinfiammatori possono essere Cortisonici o Fans. Quelli cortisonici riducono l’efficienza generale del sistema immunitario, che è responsabile per la reazione infiammatoria. Ossia, si prende l’infiammazione come un nemico e la si combatte indebolendo quelle funzioni dell’organismo che la generano. I farmaci cortisonici quindi possono rendere l’organismo più vulnerabile alle aggressioni es- terne (batteri e virus). L’entità di questo rischio dipende dal tipo di corticosteroide assunto, dal suo dosaggio e dalla durata del trattamento. Le pastiglie compresse, soprattutto se assunte a lungo termine, possono scatenare un aumento di appetito che spesso porta ad aumento di peso, un assottigliamento della pelle o la com- parsa di acne, ulcere, rallentamento della guarigione di ferite, debolezza muscolare e sbalzi d’umore (oggi detti Sindrome Bipolare). 

Inoltre chi assume a lungo cortisonici per via orale corre un maggior rischio di sviluppare diabete, ipertensione arteriosa, osteoporosi nelle ossa, glaucoma e cataratta agli occhi, I cortisonici che vengono inalati possono invece provocare la comparsa del mughetto nel cavo orale, mentre le iniezioni nelle articolazioni pos- sono causare dolore e gonfiori. Infine, se vengono iniettati in vena i corticosteroidi possono causare tachicardia, insonnia e sbalzi d’umore. 

Poi ci sono i farmaci non steroidei (FANS) che non indeboliscono il sistema immunitario generale ma impediscono la sintesi di alcune molecole che il sistema immunitario usa per creare l’infezione. L’intento, nel combattere il mal di testa, è sempre ridurre l’efficienza della reazione organica che genera il dolore. I Fans sono associati a un aumento del rischio di infarto, ictus e vari scompensi cardiaci. Anche in questo caso il pericolo dipende dal tipo di molecola assunta, dalla durata del trattamento e dalle dosi assunte. 

Anche l’uso a breve termine può scatenare effetti avversi, che sono meno gravi ma comunque seri: ulcere, emorragie gastriche e danni renali. In generale, questi farmaci non devono essere assunti in caso di allergia all’aspirina, di emorragie gastrointestinali, di ulcera, di debolezza renale o epatica, e di malattie cardiache. 

La Medicina Naturale non considera il mal di testa un nemico e non intende combatterlo; cerca piuttosto di rimuovere la disfunzione che quel dolore intende segnalare. Per ridurre il dolore “da fuori” si consigliano i bagni genitali freddi e l’abluzione fredda dalle natiche in giù; il riposo al buio; la respirazione controllata e profonda; il rilassamento muscolare. 

Per rimuovere le cause del dolore bisogna invece disintossicare più drasticamente l’organismo mediante un Regime Disintossicante (alimentazione e pratiche corporali) da portare avanti per alcune settimane e un periodo di Igiene Mentale Naturale. 

Chi si accorge di avere frequenti attacchi di mal di testa deve riconsiderare il suo stile di vita e trovare il modo di renderlo meno deleterio per l’organismo (che è fatto di corpo e di mente). 

Pretendere di eliminare il dolore chimicamente e proseguire a vivere nello stesso modo porterà sicuramente alla comparsa, col passare del tempo, di malattie più gravi in quei due distretti: apparato digerente (stomaco, intestino, fegato, pancreas, cistifellea) e cervello. 

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