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L’opposto dell’amore non è l’odio, ma l’egoismo. Egoismo è desiderare che gli altri ci rendano felici. Amare è desiderare di far felice gli altri. Quando spinge all’azione, l’egoismo impone e prende. L’amore propone e dona. Ci sono espressioni popolari che creano confusione perché si riferiscono all’egoismo, chiamandolo amore. Ecco qualche esempio:

Morire (o soffrire) d’amore. Si muore (o si soffre) solo per egoismo, mai per amore. Ti amo da morire. In effetti si intende Ti desidero da morire, ed è egoismo.

Se mi ami, dimostramelo. Chi dice questo non ama ma desidera: vuole ricevere, non dare. Pretende che sia l’altro ad amare, non lui.

La gelosia è una prova d’amore. In realtà è manifestazione di egoismo e di sfiducia.

Altre imprecisioni linguistiche che creano confusione è l’uso del termine amare. Nella lingua italiana, al contrario di quella americana, esistono termini diversi per indicare livelli di amore diverso. L’omogenizzazione della cultura ci sta abituando alla semplicità e anche i nostri comunicatori hanno iniziato ad usare I love, indistintamente, per persone, animali e addirittura oggetti: amo la mia macchina del caffè.

Si dovrebbe dire mi piace la musica, lo sport, il ballo, ecc. e non io amo la musica, lo sport, il ballo, ecc. Voglio bene al mio gatto, non “amo il mio gatto”.

Il termine amore è riservato ad una persona speciale. Voler bene esprime esattamente il concetto di amare, ossia volere il bene dell’altro, ma con una intensità minore. Mi piace, non riguarda il dare ma il ricevere. L’ego istintivo di natura tende a pensare solo a se stesso; tutti nasciamo egoisti e sappiamo cosa sia mi piace. Ma non tutti impariamo a voler bene e ad amare.

 

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