Qualsiasi abitudine consolidata negli anni è un punto fisso che mettiamo nel nostro stile di vita. Rimuovere un’abitudine a favore di altre è sempre problematico, almeno per la mia esperienza personale. Andando avanti con l’età, sono stato costretto a ridurre l’attività fisica: mi piaceva molto correre o fare jogging, usando un termine più moderno! Per me era rilassante e piacevole. Mi dava modo di stare a contatto con la natura e di respirare bene. Dopo trent’anni di attività ho dovuto smettere, per problemi alle articolazioni e alla schiena, se avessi continuato, avrei  pregiudicato la capacità di movimento degli anni futuri. Ho sostituito la corsa, con un po’ di sacrificio, camminando velocemente e con la salita sui colli, che ho dietro casa. Così è stato per le abitudini alimentari. Da quando ho conosciuto la filosofia igienista ho cambiato quasi radicalmente la mia alimentazione. È stata molto dura, all inizio! Il cibo è anche un piacere! Ora, per fortuna, nella nostra società possiamo comperare il cibo che vogliamo, quello che più ci aggrada.

In tempi passati, qui nella mia zona, il piatto di tutti i giorni era la “torta gialla” cioè la polenta, accompagnato sempre da poche povere cose, almeno per la maggior parte della gente di montagna. Come dicevo… all’inizio ero in confusione, non sapevo più cosa mangiare, come combinare gli alimenti, come combinarli in modo corretto per la digestione e soddisfare il palato. È stata una sfida, una ricerca costante per parecchio tempo. Mi sono reso conto però, che dopo un po’ che consumavo i nuovi alimenti, che avevo introdotto, piano piano il  loro gusto entrava nell’ abitudine e davano soddisfazione anche al palato. Dal lato fisico mi sentivo anche molto meglio, meno appesantito specie nelle ore pomeridiane. La mattina la mia bocca era bella “pulita”.
Bisogna tenere duro!
I primi tempi si fa fatica, bisogna metterlo in conto. È difficile ancora oggi, soprattutto quando mi trovo a mangiare con gli amici, ma è anche vero che a volte, un po’ di trasgressione va bene e poi si può recuperare con un pasto a base di frutta o digiunando.
La parola sostituire è la chiave.
Se togliamo un alimento senza sostituirlo con un altro che ci piace e che ci fa bene, si dura poco: si riprende dopo poco tempo a mangiare le cose di vecchia abitudine, annullando così anche lo sforzo fatto. Io, ad esempio, consumo dolci solo in occasioni particolari, per il resto ho trovato soluzione nella frutta dolce, sia secca che fresca, che ha completamente compensato il mio bisogno. Anche mangiare meno pane e farinacei in genere per me è stato un grosso scoglio.
Per compensare, ho iniziato il pasto con una terrina di verdura fresca, mista, con pomodori di stagione e carote che addolciscono un po’ le altre verdure. Prima, ero abituato a mangiarla col pane. I pochi affettati che mangio, li accompagno, non come in passato con il pane ma con delle carote crude. Ho aumentato le verdure stufate, fatte in varie maniere, sempre per ridurre la quantità di farinacei.
Ho un figlio che ha la passione per la palestra e mi dice che bisogna mangiare tante proteine per fare muscoli, così gli ho risposto di osservare i vitelli che pascolano nell’azienda agricola qui vicino che hanno delle cosce enormi e una muscolatura molto pronunciata, eppure mangiano solo vegetali!!! Qualcosa si riesce a modificare nelle abitudini alimentari dei nostri famigliari, ma la  società in cui viviamo ha una spinta forte verso il consumo di alimenti industriali e di farmaci e non è facile far capire che la salute va conservata già negli anni “verdi ” della vita.
Testimonianza di un socio.
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MESSAGGIO DALLA REDAZIONE:

Ho scelto l’immagine della gatta che vorrebbe indossare il vestito perché appena l’ho vista mi è sembrata perfetta! Come ha detto Sergio Signori, durante la sua serata divulgativa sulla “Riscoperta del femminile”, ho usato la parte femminile del mio cervello, ovvero l’intuito. Come faccio sempre, del resto, quando voglio creare qualcosa di bello! (bello per me!)
Quando l’ho scaricata, però, non sapevo ancora perché potesse essere giusta ma mi sono fidata perché la sua vista ha attivato dentro di me una sensazione leggera di piacere (fascino) e allegria. Poi, pensandoci un po’ su, perché la parte razionale e logica vuole contribuire al buon operato, ho avuto un’altro breve momento di gioia scaturito da questo ragionamento:
In questo disegno la gatta vuole cambiare il suo modo di essere perché guarda con ammirazione un vestito umano. Ma come può indossarlo? È un cambiamento che va al di là delle sue effettive capacità. Forse dovrei tenere questa immagine per un altro argomento. Mmm….uff…è così bella…e così la mia mente ha trovato la giusta motivazione a questa foto! ed ora la condivido con voi.
Il cervello, da solo, non può modificare le abitudini come un gatto non riuscirà mai a indossare un vestito da solo.
Affinché la gatta possa indossare quel vestitino così carino, ha bisogno di un aiuto esterno, ovvero di un umano che le infili con delicatezza l’abito. Per questo, se vogliamo cambiare alcune nostre abitudini, è necessario aiutare il cervello a modificare le sinapsi, ovvero le abitudini e convinzioni, usando la nostra mente, le emozioni e le azioni. Solo con un aiuto “esterno” potremo cambiare l’interno.